Da quando siamo piccoli, ci hanno sempre insegnato come il sonno sia un processo indispensabile per la qualità della nostra vita. Fondamentale per riposarsi e ricaricare le batterie.
Niente di più vero, ma se i nostri muscoli e i nostri arti nel sonno si rigenerano, il cervello invece si mette all’opera.
Il sonno è costituito da due fasi: una senza sogno (non REM) e una fase con sogno (fase REM). Nella prima il cervello prende tutti i ricordi nella giornata, li “impacchetta” e fa spazio: questo è il motivo per cui, quando eravamo piccoli, leggevamo la poesia prima di addomermarci e al mattino ce la ricordavamo bene.
Il sonno non REM quindi è importante per la memorizzazione, mentre quello successivo (REM), serve per eliminare la componente emotiva ingombrante dei nostri ricordi.
Cause e conseguenze della mancanza di sonno
Lo stress dovuto ai problemi di vita quotidiana, abitudini voluttuarie e alcune malattie croniche, possono renderci insonni. Quali? Si parla tantissimo di reflusso gastroesofageo, che comporta continui risvegli durante il sonno; crisi asmatiche, prevalenti proprio nelle ore notturne; e il russamento: le apnee del sonno sono tipiche di soggetti che per motivi vari ossigeno poco il cervello e questa condizione può indurre numerosi risvegli durante il riposo.
Una o due notti insonni non portano a nessuna conseguenza, ma in caso di cronicità, quindi con il problema che persiste per almeno un mese, una mancanza di sonno può provocare:
- sintomi dal punto di vista cognitivo: meno attenzione, meno concentrazione e scarsa memoria;
- sintomi affettivi: se non si dorme si tende più facilmente a sviluppare depressione;
- abuso di farmaci e sostanze stimolanti (caffè);
- accumulo di cortisolo e quindi ipertensione, ma anche problemi a livello di metabolismo (obesità, diabete).