Sai che le lesioni meniscali costituiscono il 70% delle lesioni traumatiche del ginocchio?
I dati ci dicono che sono più frequenti nei soggetti adulti di sesso maschile e in certe professioni (calciatori, piastrellisti, etc.), e che il menisco mediale (o interno) si danneggia più spesso del menisco laterale (o esterno).
Ora, essendo i menischi gli “ammortizzatori” del ginocchio, una loro frattura può avere importanti conseguenze sulla funzionalità dell’articolazione. Tanto più se, come capita, la rottura si verifica in associazione ad altre lesioni capsulo-legamentose.
Ma vediamo quali sono le tipiche condizioni che portano alla rottura del menisco. Subito dopo ti parlerò dei sintomi.
Come avviene la rottura del menisco
In genere, la frattura di questa struttura fibrocartilaginea avviene in seguito a traumi indiretti causati da un asincronismo tra i movimenti di flesso-estensione del ginocchio e quelli di rotazione della tibia rispetto al femore.
In particolare, si possono verificare rotture del menisco nelle seguenti condizioni:
nella rotazione del ginocchio esterna o interna;
nel passaggio dalla posizione accosciata a quella di estensione con piede fisso al suolo;
nel “calcio a vuoto”.
Come ci si accorge di aver subito una lesione meniscale? Vediamolo assieme.
I sintomi della rottura del menisco
La lesione del menisco si presenta in genere con questi sintomi:
dolore: è interno o esterno al ginocchio a seconda che il menisco coinvolto sia il mediale o il laterale;
gonfiore dovuto all’idrarto (versamento di liquidi all’interno della cavità articolare);
sensazione di instabilità e cedimento;
sensazione di avere un corpo estraneo nel ginocchio;
dolore nella posizione accovacciata;
blocco articolare che impedisce di estendere il ginocchio. È dovuto al fatto che i frammenti del menisco stesso si incastrano nelle strutture dell’articolazione e non ne permettono la normale meccanica.
Se avverti sintomi simili a quelli appena descritti, è decisamente il caso di vedere subito un medico.
Gli approcci per le lesioni meniscali
Dobbiamo precisare che esistono diversi tipi di lesione del menisco. Le più frequenti sono:
la lesione longitudinale, che può evolvere in lesione a manico di secchio;
la lesione radiale, che può evolvere in lesione a becco di pappagallo;
la lesione orizzontale, che può evolvere in lesione a lembo.
Ora, determinare la tipologia della lesione è fondamentale per decidere come affrontare il problema.
La valutazione da parte dell’ortopedico avviene tramite una visita atta a esaminare la presenza di dolore e versamento, e la risposta del paziente in seguito a manovre specifiche del ginocchio; ci sono poi gli esami strumentali che possono prevedere RX, TC e RMN.
L’ortopedico consiglierà l’approccio più idoneo in base al tipo di lesione, alla presenza o meno di danni a carico di altre strutture e di patologie preesistenti, all’età e allo stile di vita del paziente.
Un approccio non chirurgico prevederà probabilmente crioterapia, fans e riposo.
Se è necessario l’intervento chirurgico, questo viene eseguito in artroscopia. A seconda dei casi, si procede con la meniscectomia, cioè l’asportazione parziale o totale del menisco, o con la riparazione del menisco.
Dopo l’intervento, si osserva un periodo di riposo e il paziente indossa un tutore che immobilizza il ginocchio in estensione.
Si procede con una riabilitazione mirata al rinforzo del muscolare e al graduale recupero dell’estensione e dell’articolarità del ginocchio.
Ricorda che in caso di rottura del menisco, il tempismo è fondamentale per limitare i danni e ritornare alle normali attività il prima possibile.
Se vuoi saperne di più sulle patologie a carico del menisco, in questo blog abbiamo affrontato anche l’argomento “patologie meniscali degenerative”.
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